l crollo dei prezzi delle resine vergini e l'aumento dei costi di raccolta mettono a rischio l'industria europea del riciclaggio. L'industria europea del riciclaggio di materie plastiche, rappresentata da European Plastics Recyclers (EuPR), è sotto la doppia minaccia di un crollo generalizzato dei prezzi delle resine vergini e di un sistema di recupero dei rifiuti post-consumo che opera invece a costi non decrescenti.
La morsa si ripercuote sui margini dei riciclatori, che negli ultimi anni hanno contribuito a sostenere gli ambiziosi programmi ambientali europei, aumentando la quantità di plastiche post-consumo recuperate e trattate (oltre 5 milioni di tonnellate nel 2007), riducendo di conseguenza la quantità dei rifiuti inviati in discarica e le emissioni di CO2 in atmosfera.
“La domanda e l'offerta dovrebbero trovare un equilibrio sul mercato attraverso la leva dei prezzi, ma non è così – afferma EuPR – Una possibile spiegazione va cercata nel fatto che se gli obiettivi di riciclaggio sono armonizzati a livello europeo, non lo sono i sistemi di raccolta e le modalità di finanziamento degli stessi, differenti da Paese a Paese”.
Secondo l'Associazione, inoltre, gli stati membri dovrebbero proteggere dalla crisi i loro centri di raccolta e selezione e favorirne l'espansione per soddisfare i futuri requisiti della nuova direttiva europea sui rifiuti da imballaggio, che eleverà la quota di riciclaggio al 50% entro il 2020.
EuPR denuncia anche gli effetti della flessione delle esportazioni oltreoceano dei rifiuti plastici, aspetto fino a poco tempo fa ritenuto dannoso per l'industria settoriale europea. “Abbiamo sempre affermato che i rifiuti locali devono trovare una soluzione locale e che l'esportazione di rifiuti non è sostenibile – spiega l'Associazione – Ma il cambiamento troppo repentino dei flussi rischia di creare enormi problemi nella logistica e saturare le capacità di riciclaggio in alcuni sistemi di raccolta”. Senza dimenticare che il prezzo dei rifiuti plastici da riciclare non ha subito la flessione che invece sarebbe auspicabile considerato il mutato clima economico e il disequilibrio tra domanda e offerta.
“In Italia la situazione è aggravata da due fattori – aggiunge Claudio Celata, Direttore di Assorimap, l'associazione dei riciclatori italiani federata EuPR – In primo luogo il mancato decollo degli acquisti verdi da parte della Pubblica Amministrazione, che avrebbe potuto sostenere la domanda di prodotti in materiale riciclato. In seconda battuta dal fatto che la gestione dei rifiuti da parte dei consorzi di filiera non prevede un coinvolgimento diretto di tutti gli operatori del comparto, in particolare dei riciclatori; coinvolgimento che diviene indispensabile nei momenti critici come quello che stiamo attraversando”.
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Fonte: polimerica.it
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