Ieri si è compiuto anche l’ultimo atto sul decreto emergenza rifiuti in Campania. Ottenuto il via libera definitivo dal Senato, sarà infatti convertito in legge, con alcune modificazioni, il decreto-legge n. 172 recante misure straordinarie per fronteggiare l´emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.
Un solo astenuto, 139 voti favorevoli, 101 contrari tra cui quello di Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente, che ha motivato il voto avverso del Pd «perché ci ribelliamo all´idea che solo militarizzando la Campania e rinnegando il principio irrinunciabile dell´uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge sia possibile mettere fine a questa lunghissima notte dell´emergenza rifiuti».
Nel suo intervento in aula anche un appello al governo per «fermare nella corsa sul piano inclinato deroghe, eccezioni, procedure sempre meno democratiche e sempre più centraliste, per cui dai rifiuti al nucleare il processo legislativo è sempre meno aperto al contributo del Parlamento».
Entrando nel merito del testo normativo, Della Seta lo ha definito «un provvedimento che sembra muovere verso una sorta di normalizzazione della gestione eccezionale dei rifiuti nella regione, invece che verso la sua normalizzazione» e che introduce «misure molte delle quali negative, che con l´emergenza rifiuti non hanno nulla a che fare» riferendosi «all´idea iper centralista di un piano nazionale per gli inceneritori, quando le competenze sono delle Regioni. O della norma sul tritarifiuti per i rifiuti organici, quando i tubi di scarico italiani al 95 per cento non sono compatibili». Infine Della Seta ha definito «norma ´aliena´» quella che riguarda gli incentivi (il cosiddetto Cip6) alla termovalorizzazione dei rifiuti «che consente ai termovalorizzatori progettati in Sicilia di beneficiare degli incentivi previsti per le rinnovabili».
Su questo particolare provvedimento contraria anche Legambiente che annuncia un ricorso all’Unione europea. «Dopo aver segnalato la legge del 3 agosto scorso sulla riconversione del decreto legge sull’emergenza rifiuti in Campania, che prevedeva incentivi Cip 6 per gli inceneritori di Napoli, Salerno e Santa Maria la fossa – ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico dell’associazione - invieremo ora a Bruxelles la nostra denuncia su questo testo, che estende l’incentivo destinato alle rinnovabili anche agli inceneritori in costruzione nelle cinque Regioni commissariate per l’emergenza rifiuti».
Le Regioni interessate sono Puglia, Calabria, Sicilia, Lazio e Campania dove il Cip 6 viene esteso anche al quinto inceneritore previsto dallo stesso decreto. Incentivando la produzione di energia elettrica derivante dalla combustione della parte non biodegradabile dei rifiuti (non classificata come fonte rinnovabile dalla direttiva europea 2001/77) il decreto - secondo Legambiente - esporrà il nostro Paese a una procedura d’infrazione europea e a ulteriori multe che dovranno pagare i cittadini. Inciderà inoltre ulteriormente sulle bollette elettriche.
«Un provvedimento – conclude Ciafani – dannoso e paradossale che spazia dal piano nazionale sugli inceneritori all’autorizzazione per il trita rifiuti sotto i lavelli, che ben poco hanno a che fare con l’emergenza rifiuti in Campania»
di Lucia Venturi
Url : http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=17228
Fonte: Greenreport
Attenzione: Per ricevere le nostre news sui rifiuti direttamente nella tua email clicca qui