Unire chiede al Governo misure urgenti per fronteggiare il crollo della domanda per i rifiuti recuperati. Piattaforme vicine al collasso.
Allarmati dalla congiuntura non sono solo i riciclatori di plastiche, ma anche chi a monte opera nella raccolta dei rifiuti, categoria rappresentata in Confindustria da Fise Unire. L'associazione rileva infatti "una situazione di empasse a causa della crisi economica del comparto produttivo, della drastica conseguente riduzione della domanda e del crollo delle quotazioni delle materie prime". E preannuncia: "Se il Governo non prenderà provvedimenti urgenti, rischiano di crearsi le condizioni per nuove situazioni emergenziali su tutto il territorio nazionale”.
Ogni anno il mercato del riciclo produce 35 milioni di tonnellate di materiali recuperati sostitutivi delle materie prime vergini: 20 milioni dai metalli, 5,5 milioni da carte e cartone, 4,8 da legno, 1,8 da vetro e 1,3 da materie plastiche. Negli ultimi anni, a fronte di una produzione industriale in contrazione dell’1,6%, le attività di recupero sono cresciute complessivamente dell’8,2%.
I problemi vengono oggi, oltre che dalla crisi economica e finanziaria, anche dal crollo delle quotazioni delle materie prime, e con esse delle “materie prime secondarie” derivanti dal recupero dei rifiuti. Una situazione che rischia di compromettere gli importanti risultati raggiunti in decenni di attività da un settore economico che riveste un ruolo strategico per l’intero sistema produttivo del Paese.
Secondo Fise Unire: "Il Governo, dopo l’allarme lanciato dall’Associazione a novembre nel corso di Ecomondo e le recenti segnalazioni della gravità dell’attuale situazione, ha accolto l’ordine del giorno presentato alla Camera nell’ambito del provvedimento sull’emergenza rifiuti in Campania”. L’Esecutivo si è così impegnato a trovare “misure di sostegno all'industria del riciclo, sia valutando la necessità di individuare adeguate soluzioni al problema dello stoccaggio dei materiali prodotti, sia agendo in prima persona per dare piena attuazione alle disposizioni in materia di 'acquisti verdi' da parte della pubblica amministrazione”.
L'associazione dei recuperatori lamenta anche la caduta delle esportazioni dei materiali post-consumo verso i mercati extra-europei. “Il ‘blocco’ delle esportazioni - commenta il Presidente di Unire Corrado Scapino - si somma alle già consistenti difficoltà di individuazione di sbocchi per i materiali recuperati all’interno del Paese; difficoltà anch’esse legate al repentino crollo della domanda”. “L’eccedenza dei materiali raccolti e che non trovano più sbocco sul mercato - aggiunge Scapino - sta quindi causando il loro accumulo presso le piattaforme di recupero, ormai prossime al collasso, anche rispetto alle capacità massime di stoccaggio consentito”.
L'associazione ha scritto al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Stefania Prestigiacomo e al Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, affinché prendano provvedimenti urgenti per evitare che le aziende si trovino costrette a respingere i carichi di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, per non contravvenire alle prescrizioni autorizzative e penalizzare le amministrazioni locali.
In particolare, Unire chiede, da una parte, un provvedimento che ponga immediato e temporaneo generale rimedio all’eccezionale situazione per il superamento degli stoccaggi autorizzati, e, dall’altra, l’attivazione di un tavolo che veda coinvolti Ministeri e rappresentanze industriali per individuare misure necessarie a fronteggiare la grave situazione di crisi del comparto.
Fise Unire rappresenta le imprese che svolgono attività di raccolta e trasporto di rifiuti destinati al recupero e riciclaggio; selezione, cernita, riduzione volumetrica, trattamenti per la valorizzazione di materia; stoccaggio, servizi connessi e commercializzazione dei materiali e prodotti ottenuti dai residui e dai rifiuti.
Url : http://www.polimerica.it/modules.php?name=News&file;=article&sid;=5943&mode;=threadℴ=0&thold;=0
Fonte: Polimerica
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