La fotografia della gestione integrata del ciclo dei rifiuti in Maremma è stata presentata questa mattina in occasione della pubblicazione del primo rapporto dell’Osservatorio provinciale di Grosseto. Fatto l’anno zero nel 2002, data dell’approvazione del piano provinciale sui rifiuti urbani, sino al 2007, ultimo anno di dati certificati attualmente disponibile, il rapporto fa il punto degli ultimi cinque anni e, ha spiegato l’assessore provinciale Giancarlo Farnetani «sarà uno strumento di lavoro per la prossima attività all’interno del nuovo Ato (Toscana sud), nato a novembre per effetto della nuova legislazione regionale».
«L’ultima volta che si parlerà di percentuali di raccolte differenziate - ha continuato Farnetani - dato che con la nuova direttiva si dovrà ragionare di obiettivi di riutilizzo e riciclaggio». E chissà, forse andrà un po’ meglio per le cifre che ad oggi presentano una provincia ancora piuttosto zoppicante, sia per i dati di produzione, che di raccolte differenziate sia per la capacità di chiudere il ciclo per la carenza degli impianti.
Riguardo alla produzione, a fronte di un aumento registrato nel 2004-2005 «la tendenza è verso una riduzione, che pare consolidata anche dai dati 2008» ha detto ancora Farnetani, spiegandola con una maggiore sensibilità diffusa ma anche grazie ai progetti attivati dall’amministrazione provinciale: il compostaggio domestico che ha visto consegnati a fine 2008 2500 compostiere e un progetto sulla spesa consapevole che ha coinvolto scuole e grande distribuzione. E per il 2009 la provincia ha annunciato di aver già aderito alla campagna europea “meno 100kg in 1 anno per abitante”.
Anche se l’assessore non ha nascosto che Grosseto rimane ancora una delle province con la maggior produzione procapite di rifiuti urbani.
Altro nodo da risolvere è la situazione impiantistica e quindi i flussi in uscita dalla provincia, in particolare riguardo alla frazione organica, per cui non esistono al momento impianti idonei alla trasformazione in compost. Una situazione che potrà migliorare sia grazie alla riattivazione dell’impianto di Monterotondo marittimo, sia «per effetto - come ha sottolineato il vicepresidente dell’Ato sud, Massimo Ricci - dell’accordo fatto nell’ambito dell’Ato di portare la frazione organica all’impianto delle Cortine a servizio di Siena in attesa che sia pronto quello di selezione delle Strillaie».
L’impianto, previsto a servizio di gran parte della provincia, è arrivato a fine anno alla conclusione dell’iter amministrativo; adesso è avviata la fase tecnica che porterà all’avvio dei lavori. Su cui si auspica che la linea prioritaria sia proprio quella della produzione di compost: «su questo - ha dichiarato ancora Ricci -l’Ato 9 prima di confluire nel nuovo ambito ha formalizzato alla società che costruirà e gestirà l’impianto, la necessità di anticipare la realizzazione della linea di trattamento dell’organico rispetto alla selezione dell’indifferenziato».
Non vanno meglio i dati che riguardano gli obiettivi di raccolta differenziata, «che negli ultimi anni è diminuita anziché aumentare» ha detto Saimo Biliotti, il presidente dell’azienda (Coseca) che gestisce gran parte dei comuni della provincia. «La tendenza dei dati del 2008 – ha aggiunto Biliotti- fa emergere in alcuni comuni un aumento e la tendenza si stabilizzerà senza dubbio nel corso del 2009 con l’avvio della raccolta porta a porta prevista in molti comuni, compreso il capoluogo».
«Il lavoro svolto dall’azienda sull’analisi dei dati della gestione dei rifiuti (che ha portato alla pubblicazioni del rapporto, ndr) -ha detto ancora Biliotti- è importante perché permetterà da ora in poi di calcolare il costo effettivo del servizio erogato ai comuni, un passo avanti anche nell’ottica del gestore unico previsto per il nuovo Ato».
Per presentarsi alla gara che dovrà essere bandita entro il 20 marzo prossimo, il Coseca sta costituendo un consorzio con le altre società presenti nei tre ambiti di partenza che hanno dato vita all’Ato Sud e sta lavorando alla predisposizione di una bozza di regolamento di igiene urbana per i comuni «per lavorare nell’ottica di una maggiore omogeneità all’interno dell’Ato» che riguarderà anche l’assimilazione degli speciali. Su questo punto Biliotti è stato molto esplicito: «non si potrà più fare l’assimilazione. Stiamo lavorando ad un progetto per garantire la raccolta degli speciali di produzione artigianale ricorrendo ad altre aziende presenti in provincia e all’ipotesi di realizzare piccoli impianti di stoccaggio». Sarà da vedere quanto i comuni saranno pronti ad accettare l’ipotesi di non ricorrere all’assimilazione, che rappresenta un interessante introito, cui difficilmente vorranno rinunciare.
Insomma le varie tessere per avviare l’Ato Sud cominciano ad essere inserite, ma rimangono - a detta di tutti gli attori - ancora due elementi su cui impegnarsi: l’avvio di una raccolta differenziata più spinta e gli impianti necessari a supportarla. Su questo però incombe lo spettro recessione: «i prezzi delle materie prime sono caduti di colpo e si sono trascinati dietro anche quelli delle materie seconde - ha sottolineato Antonio Canova, dirigente della provincia - Speriamo che la crisi economica passi presto, altrimenti potrebbero esserci ripercussioni serie sulle raccolte e il fatto di non avere autonomia di smaltimento potrebbe determinare una situazione non rosea per la nostra provincia».
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Fonte: Greenreport
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